Dal 29 aprile al 27 giugno il Centro per l’Arte Contemporanea LuigiPecci di Prato ospiterà le opere coreografiche di Jerome Bel: questa è la prima personale in un museo del coreografo e regista francese.
La danza irrompe nel museo. Dal 29 aprile al 27 giugno il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato ospiterà la prima mostra personale in un museo del coreografo francese Jérôme Bel, a cura di Antonia Alampi.
Il Pecci, riaperto grazie all’aiuto della Regione Toscana, si è posto come obiettivo quello di essere il centro delle arti contemporanee. La mostra si inserisce infatti all’interno del percorso di ricerca con il quale si intende indagare il carattere e le prospettive dell'atto performativo.
I linguaggi del contemporaneo si intersecano e si contaminano. Questa mostra lo conferma ed è importante che avvenga in un museo. C’è bisogno di contemporaneità - sottolinea la vice Presidente ed Assessore alla Cultura della Toscana, Monica Barni.
LA PERSONALE: 76’38’’ + infinito
Jérôme Bel offre un diverso approccio alla danza: i ballerini diventano soggetti parlanti e co-autori delle opere e il regno del “reale” diventa contenuto e forma di opere coreografiche.
È il tempo, più che lo spazio, a caratterizzare il nuovo percorso intrapreso dal Centro Pecci, da qui il titolo della mostra dedicata al coreografo francese, "76’38’’ + infinito", che allude proprio alla durata, alla somma delle lunghezze dei video in mostra: un incoraggiamento a osservare i lavori dall’inizio alla fine, norma classica all’interno del teatro, comportamento inconsueto nel museo. Dove "infinito" è invece riferito alle innumerevoli possibilità della nuova danza, un loop creato appositamente per il Centro Pecci: un’opera senza fine realizzata per essere esperita dai pochi secondi all’eternità.
DRAMMATURGIA DELLA DIS-ALIENAZIONE
Come la definisce lo stesso autore, la mostra è una "drammaturgia della dis-alienazione", con cinque opere chiave realizzate negli ultimi venti anni che partono dal teatro e raccontano il rapporto tra cultura capitalistica e individuo, il ruolo del segno (e del brand) e di quanto ci condizioni nella vita di tutti i giorni, la gerarchia nella danza classica e la rottura poi di quelle convenzioni nel ballo moderno.
Da un punto di vista formale, 76’38’’ + infinito ha una componente performativa e una filmica: così una performance presentata ogni domenica -Compagnia, Compagnia (2015), dove un corpo di ballo emancipato, composto da non professionisti di ogni età provenienti dal tessuto sociale di Prato e della provincia di Firenze, demolisce gerarchie e convenzioni teatrali- e una performance di un solo ballerino che si svolge ogni giorno durante l’intero orario di apertura del museo -Danzare come se nessuno stesse guardando (2017), appositamente concepita per il Centro Pecci-, si uniscono a tutte le altre opere, espressamente realizzate per la video-camera, un mezzo che Bel adotta da sempre per riproporre i propri lavori, legandosi alla storia della danza contemporanea e al suo rapporto con l’immagine in movimento.
JEROME BEL
Jérôme Bel, classe 1964, coreografo e regista francese, vive a Parigi, ma lavora in tutto il mondo. L'insieme della sua opera coreografica si pone in osservazione delle convenzioni dello spettacolo, analizzandolo nella sua pura materialità. Dopo gli studi al Centre National de Danse Contemporaine di Angers e varie esperienze come danzatore, ha dato vita alle sue prime creazioni, che esplorano il grado zero della danza. I suoi film e spettacoli sono stati presentati in musei di arte contemporanea e biennali di tutto il mondo, tra cui la Yokohama Triennale, il MoMA di New York, dOCUMENTA(13), Tate Modern, Centre Pompidou Paris, Malaga e Metz, la Biennale di Lione, la Biennale di Porto Alegre e la Biennale di Tirana, il Palais de Tokyo, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, MABA Buenos Aires, Performa New York e Fondation Bernardo Lisboa.
GALA
In occasione della mostra verrà inoltre presentata in prima nazionale a Fabbrica Europa la pièce Gala: in scena il 10 e 11 maggio 2017 alle ore 21.00, presso la Stazione Leopolda di Firenze. Frutto di una coproduzione tra Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci e Fabbrica Europa, lo spettacolo riunisce danzatori e non professionisti per un lavoro che vuole essere una riflessione sul concetto di danza.